L’orecchio di Dionisio: storia del luogo simbolo di Siracusa

L'orecchio di Dionisio

In età antica Siracusa era considerata non soltanto la città più grande e potente di tutta la Sicilia, ma una delle più importanti di tutto il Mediterraneo. Fu l’unica nell’isola a non essere mai sconfitta dai Cartaginesi e quando gli Ateniesi tentarono di attaccarla, rimediarono una delle più clamorose sconfitte della loro storia. Con la conquista romana Siracusa, insieme a Lilibeo, divenne capitale della provincia di Sicilia e per 5 anni (dal 663 al 668) fu capitale anche dell’impero romano d’oriente.

Dell’antica e splendida Siracusa oggi ci rimane poco, anche perché l’attuale città sorge esattamente nello stesso luogo di un tempo e alcuni monumento e luoghi storici sono stati o distrutti o trasformati in altro. L’orecchio di Dionisio è indubbiamente uno dei luoghi più affascinanti e allo stesso tempo misteriosi, che ci permettono di ricostruire importanti dinamiche del passato.

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Dove si trova l’Orecchio di Dionisio


Tra i luoghi simbolo dell’antica Siracusa c’è sicuramente l’Orecchio di Dionisio. Si tratta di una grotta artificiale, alta 23 metri e larga dai 5 agli 11 metri, con una particolare forma ad arco a sesto acuto che la fa proprio somigliare ad un orecchio. Si trova nell’antica latomia del Paradiso, praticamente sotto il Teatro Greco di Siracusa. Le latomie erano cave in pietra dentro le quali si rinchiudevano i prigionieri. Erano luoghi particolarmente freddi di inverno e caldissimi in estate. In pratica essere rinchiusi in una latomia equivaleva ad una terribile condanna a morte. Molti degli ateniesi catturati durante la battaglia furono proprio qui imprigionati.

Perché e da chi è stato costruito l’Orecchio di Dionisio?


Ora verrebbe da chiedersi: per quale motivo costruire una grotta di tale forma ed in una zona così particolare? Come spesso accade rispondere a questa domanda non è semplicissimo, dal momento che le fonti storiche sono poche e non sempre precise.

Secondo un’antica leggenda la grotta fu fatta costruire da Dionisio I (Dionigi), uno dei numerosi tiranni che governarono Siracusa. Dionisio era un grande stratega e molte delle sue vittorie le conseguì non tanto per la sua reale capacità militare, ma proprio per astuzia e spesso per fortuna. Dionisio quindi avrebbe fatto costruire questa grotta pe potervi rinchiudere dentro i prigionieri e, grazie alla particolare acustica, bastava porsi nelle vicinanze per riuscire a sentire ciò che i prigionieri dicevano. Con questo stratagemma riusciva a scoprire in anticipo i piani dei nemici.

Secondo altre versioni, vista la vicinanza con il Teatro Greco, l’Orecchio di Dionisio fu costruito per potervi ospitare il coro ed ottenere un particolare effetto acustico.

Questa non è l’unica leggenda legata alla città di Siracusa.
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Le origini del nome


Sembrerà strano eppure l’attribuzione del nome, che oggi ci sembra abbastanza scontata, è relativamente recente ed è stata data da uno degli artisti più significativi della storia dell’arte.
Nel 1608 infatti il pittore Michelangelo da Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio, si trovava a Siracusa. Che cosa ci faceva Caravaggio in Sicilia? La storia è lunga e complessa, ma vi prometto che ve la racconterò in un prossimo articolo. Per ora vi basti sapere che l’antiquario Vincenzo Mirabella lo portò in visita alle latomie e quando Caravaggio vide la particolare forma della grotta la chiamò per la prima volta “Orecchio di Dionisio”.
Il nome molto probabilmente piacque e si diffuse a tal punto che ancora oggi lo chiamiamo così.

Prigionieri illustri


Dionisio era anche un intellettuale ed un compositore di opere. Si circondò di diversi artisti ai quali chiedeva opinioni sulle sue opere. E quando il poeta Filosseno espresse parere negativo ad una sua opera, fu rinchiuso proprio qui per punizione. Per la serie: mai criticare chi ha il potere!

Si narra che anche Platone sia stato rinchiuso in questo luogo. Platone giunse a Siracusa su invito del discepolo Dione, uomo di corte, con il preciso scopo di educare Dionisio II e farlo diventare un re-filosofo. Il progetto era molto ambizioso e mirava a diffondere un nuovo modello di governo nel mondo greco, ma Dionisio II, esattamente come il padre, non apprezzò le critiche e così il grande filosofo di Atene fu imprigionato. Fu solo grazie all’intercessione dei pitagorici di Taranto che Platone fu liberato e fece ritorno ad Atene, con l’intento di non mettere mai più  piede in Sicilia.

 

Informazioni su Giusy Vaccaro 440 Articoli
Autrice del blog Io Amo La Sicilia. Nata e cresciuta a Palermo, amo la mia terra, nonostante le sue infinite contraddizioni.

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