La Valle dei Templi di Agrigento è uno di quei luoghi che riesce ad evocare sensazioni bellissime e spesso difficili da descrivere: camminare lungo il viale, ammirare questi templi che restano in piedi nonostante siano stati costruiti 2500 anni fa, guardare da vicino la magnificenza di una civiltà così lontana nel tempo eppure in grado di segnare tutto il corso degli eventi, trasmette una sensazione di immensità, di grandezza, di appartenenza alla storia e ad una cultura che si conserva nonostante tutto. Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCo nel 1997, questa valle non solo è il simbolo della città di Agrigento, ma forse è uno dei simboli più rappresentativi della Sicilia, capace ogni anno di attirare migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Sentire parlare così tante lingue mentre si stanno ammirando le alte colonne doriche del tempio della Concordia ti dà proprio la sensazione che la cultura è di tutti ed è immortale.
Storia di Agrigento
Con i suoi 1300 ettari di estensione e la presenza di monumenti ancora ben conservati, è indubbiamente una delle testimonianze più imponenti della cultura greca in Sicilia. Si tratta dei resti dell’antica città di Akragas fondata circa il 580 a.C. durante il periodo della colonizzazione greca, da coloni provenienti dalla vicina Gela e da Rodi.
Appena 10 anni dopo la sua fondazione, durante i lavori per la costruzione del tempio di Giove, Falaride diventa tiranno di Agrigento. Quello della tirannide era un fenomeno assai diffuso in tutto il mondo greco, e la Sicilia non fece di certo eccezione.
Falaride governò la città di Agrigento dal 570 a.C. fino al 555 a.C. e passò alla storia come il più crudele fra tutti i tiranni. Sono talmente tante le leggende attorno al suo nome che è davvero difficile separare la realtà dalla fantasia. Si narra che torturasse i suoi nemici dentro un toro di bronzo arroventato che si fece appositamente costruire, e che le urla dei poveri malcapitati si udissero per tutta la città. Al di là di questo episodio sappiamo che riuscì ad espandere i confini della città con la sottomissione dei popoli indigeni (i Sicani) e tentò di conquistare Imera, senza però riuscirvi.
Impresa che però riuscì ad un altro tiranno, Terone, della famiglia degli Emmenidi, che governò Agrigento dal 488 fino al 473 a.C. L’impresa fu possibile grazie all’aiuto di Gelone, tiranno di Siracusa, nella storica Battaglia di Imera che si svolse nel 480 a.C., esattamente lo stesso giorno in cui i Greci combatterono i Persiani a Salamina. Agrigento aveva così ben due sbocchi sul mare: uno a sud sul Mediterraneo, ed uno a nord sul Tirreno. Pindaro chiamava Agrigento “la più bella città dei mortali”.
Nel 409 a.C., chiamati in causa dai Segestani, i Cartaginesi distrussero Selinunte, Imera ed Agrigento, ed i cittadini di quest’ultima si rifugiarono a Leontini. Poterono tornare nella propria città pochi anni dopo e la ricostruirono.
Cosa vedere alla Valle dei Templi di Agrigento
La Valle dei Templi è caratterizzata dai resti di ben dieci templi, tre santuari, una grande concentrazione di necropoli, opere idrauliche, fortificazioni, l’Agorà inferiore e l’Agorà superiore. Quello che noi oggi vediamo è la cosiddetta “cintura sacra”, ovvero una serie di templi che solitamente si costruivano nei pressi delle mura, come a volere marcare il territorio. Chi si avvicinava doveva sapere che la città era protetta dagli dei.
Ecco alcuni dei templi più importanti.
Il tempio della Concordia
E’ il tempio meglio conservato tra tutti i templi dorici di Sicilia, nonché simbolo della Valle dei Templi di Agrigento. Il nome deriva da una iscrizione latina trovata nelle vicinanze e dedicata alla concordia degli Agrigentini, ma a quanto pare non c’è nessuna attinenza con il tempio stesso.
Domina la valle, ed è molto bello da vedere anche la sera, illuminato dalla luce artificiale.
Curiosità: nel 597 d. C. il tempio fu trasformato in una chiesa cristiana da S. Gregorio, con tanto di esorcismo per scacciare via i demoni pagani. Il gesto fu una sorta di “vendetta” nei confronti della città che lo aveva ingiustamente accusato di avere insidiato una ragazza. Solo nel 1788 il tempio viene riportato alle sue antiche origini, e questo spiega il suo attuale e ottimale stato di conservazione.
Il tempio di Ercole
E’ il tempio più antico ad Agrigento, dedicato al mito di Ercole. E’ stato distrutto da un terremoto in passato e le 8 colonne che oggi vediamo in piedi sono state risistemate grazie ai finanziamenti di Alexander Hardcastle, capitano dell’esercito inglese di nobili origini, innamorato di questo luogo. Aveva anche ristrutturato la vicina Villa Aurea per potere vivere accanto ai suoi amati templi. Perse tutti i suoi averi con il crollo della borsa di Wall Street e fu costretto a vendere la villa.
Tempio di Giunone
Detto anche Tempio di Hera Licina, era il tempio in cui si celebravano i matrimoni. L’attribuzione a Giunone in realtà sembra derivare da un’errata interpretazione di un passo di Plinio il Vecchio. E’ il tempio posto più in alto e da qui si può godere della spettacolare vista su tutta la vallata.
Il tempio dei Dioscuri e il tempio di Zeus
Anche il tempio dei Dioscuri (Castore e Polluce) è stato parzialmente ricostruito in seguito al suo ritrovamento. Le 4 colonne oggi visibili, sormontate da un pezzo del timpano, sono tra le immagini più iconiche della Valle dei Templi di Agrigento.
Discorso a parte merita il tempio di Zeus. Era tra i più grandi del mondo antico. Misurava infatti 52×110 metri, interamente chiuso da mura, sorretto da statue di telamoni e arricchito con numerose altre statue di eccezionale bellezza. Purtroppo è andato interamente distrutto ed oggi ci rimane la pianta, oltre la ricostruzione di uno dei telamoni.
Il giardino della Kolymbethra
Assolutamente da vedere anche il giardino della Kolymbethra. Oggi qui si trova un bellissimo giardino coltivato prevalentemente ad agrumi, ma un tempo in questa stessa area si trovava un’enorme piscina dove confluivano le acque dei fiumi e serviva sia come approvvigionamento di acqua, sia come area ristoro dove potere pescare e fare il bagno.
Qual è il periodo migliore per visitare la Valle dei Templi di Agrigento?
Il periodo migliore per visitare la valle dei templi è sicuramente a primavera, quando l’esplosione di colori e profumi della natura restituisce scorci meravigliosi che si fondono con le bellezze artistiche. Assolutamente sconsigliato il periodo estivo o le giornate troppo calde: non esistono ripari dal sole e, a meno che non siate abituati, meglio evitare o munirsi di cappellino ed occhiali da sole.
Come arrivare alla Valle dei templi di Agrigento
da Palermo (130 km) prendere la SS121 e l’ uscita Agrigento/SS189. Dopo Aragona seguire le indicazioni per il centro di Agrigento o se si vuole arrivare direttamente alla Valle dei Templi, seguire le indicazioni per Caltanissetta , Canicattì e immettersi sulla 640 (Caltanissetta- Porto Empedocle) in direzione Porto Empedocle. Giunti alla rotatoria Giunone, sotto il Tempio di Giunone, imboccare il viale alberato fino ad arrivare al parcheggio Sant’Anna o nei pressi del Tempio di Giunone.
Dalla zona Trapani/Erice (175 km) /Selinunte (99km) prendere la strada statale 115. Dopo aver oltrepassato Porto Empedocle seguire l’indicazione Valle dei Templi.
Dalla zona Taormina-Catania-Siracusa prendere l’autostrada Catania-Palermo. Dopo Enna, prendere l’uscita verso la 640 Caltanisetta/Agrigentoseguendo prima l’indicazione per Caltanissetta e, poi, Porto Empedocle fino ad arrivare alla rotatoria Giunone sotto il Tempio di Giunone. Seguendo l’indicazione Valle dei Templi si arriva al parcheggio.
Dalla zona di Ragusa seguire la strada statale 115 fino ad arrivare alla Rotatoria Giunone
1 Trackback / Pingback