Il pesto ligure lo conosciamo tutti, non ha certo bisogno di presentazioni: una ricetta dalle antiche origini, tramandata nei secoli, fatta con pochi e semplici ingredienti, uno dei simboli della cucina italiana. Ma forse non tutti sanno che da questa ricetta base sono nate alcune varianti molto interessanti e che in qualche modo ci raccontano anche un po’ di storia.
Tutto nasce nel porto di Trapani, da sempre considerato uno dei punti strategici del Mediterraneo, grazie alla sua posizione molto favorevole.. Qui si fermavano le navi genovesi in transito verso e dall’oriente e, nei momenti di pausa, cariche dei loro prodotti. E tra i prodotti tipici della loro terra c’era l’agliata genovese, ovvero un pesto fatto con basilico, aglio e noci. I siciliani si presero questa ricetta e la rielaborarono rendendola più consone ai prodotti tipici della Sicilia: le noci furono sostituite dalle mandorle ed in più si aggiunse anche il pomodoro. Nacque così la “pasta cull’agghia“, divenuta famosa con il nome di “pesto alla trapanese“, proprio a demarcare la sua origine.
Ovviamente si tratta di un piatto povero, fatto di ingredienti molto semplici e facilmente reperibili. E forse per questo si è diffuso così largamente, tanto da essere inserito tra i Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, su proposta della Regione Siciliana.
La storia di questa ricetta ci fa capire quanto tutta la nostra cultura è figlia di contaminazioni varie e che solo l’apertura verso gli antri ci può arricchire e dare sempre qualcosa in più.
Ecco qui la ricetta semplicissima.
Ingredienti per 4 persone
- 500 g. pomodori
- basilico fresco
- mandorle
- aglio
- sale
- olio
- pecorino
- 400 g. di pasta
Preparazione
- Mettete dentro il bochiere di un mixer ad immersione tutti gli ingredienti e frullateli fino ad ottenere una crema granulosa ma omogenea.
- Scolate la pasta e amalgamatela con la salsa.
- Servire guarnendo con qualche foglia di basilico.
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