Nonostante sia poco nota, la Chiesa di San Matteo al Cassaro è uno degli esempi più belli di arte barocca a Palermo e si avvale di moltissime e pregiate opere di svariati artisti. Fu costruita nel 1647 e grazie alle donazioni di famiglie nobili fu arricchita da numerose opere
La chiesa si trova nella via più antica di Palermo, ovvero Corso Vittorio Emanuele, il Cassaro, il vero centro storico della città. Tuttavia risulta un po’ nascosta, nel senso che non si avvale del tipico ampio piazzale che solitamente caratterizza le chiese più imponenti, ma è incastonata tra i palazzi e le manca un po’ di respiro. Per chi ne capisce di fotografia, diciamo che non è semplice fotografare la sua facciata perché si ha poco spazio per riuscire a creare l’inquadratura.
Ma al di là della sua collocazione un po’ “sacrificata”, la facciata risulta molto bella e ricca, in perfetto stile barocco, opera congiunta di Carlo D’Aprile e Gaspare Guercio, ed interamente realizzata in marmo bigio. Sono presenti tre statue raffiguranti rispettivamente la Vergine al centro, San Matteo a sinistra e San Mattia a destra.
Ricco e sfarzoso è anche l’interno, a croce latina, con tre ampie navate e numerose opere di noti artisti, come l’affresco sulla volta raffigurante il Trionfo delle Anime purganti e la cupola opere di Vito D’Anna; i bassorilievi di Giacomo Serpotta sopra il portale principale; le statue in stucco raffiguranti la “Fede” e la “Giustizia” (opera di Giacomo Serpotta), nonché la “Speranza” e la “Carità” (opera di Bartolomeo Sanseverino); e le numerose tele di Pietro Novelli, Leonardo Balzano, Filippo Randazzo, Antonio Manno e Giuseppe Testa.
Visitabile è anche l’ampia cripta, dove vennero deposti i corpi di Giacomo Serpotta e Vito D’anna.
Ma la chiesa di San Matteo è nota anche per il suo legame con la storia/leggenda dei Beati Paoli. Si narra infatti nel romanzo di Luigi Natoli che attraverso una botola presente all’interno della chiesa si potessero raggiungere i sotterranei della città e le sue infinite diramazioni. In effetti una botola c’è ed è nascosta da un genuflessorio. Un motivo in più che, grazie a questo alone di mistero, rende la chiesa ancora più affascinante.
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